La nostra razza è stata conosciuta in Italia molto tardi, quando già era diffusissima non solo nel suo paese d'origine, ma anche in Svizzera, Olanda, Austria, Francia ed Jugoslavia. Nel 1928 il giudice svizzero Fritz Leimgruber fu chiamato a giudicare le razze di utilità alla esposizione di Milano, la più importante d'Italia. Gli vennero presentati sul ring dei boxer così miserevoli ch'egli scrisse nella sua relazione essere un peccato che l'Italia ancora non conoscesse quale bellissimo cane fosse il boxer.
Dopo il 1930 la situazione migliorò grazie anche ad alcune notevoli importazioni avvenute in quel l'epoca.
Nel 1938 Raoul di Ponente fu il primo campione, nato ed allevato in Italia, se pure da genitori tedeschi. Dovevano trascorrere altri otto anni, di cui sei di guerra e di sospensione dello sport canino, prima che gli allevatori italiani ottenessero ancora la palma del campionato con soggetti di loro allevamento: Coo di Virmar e Harry di Dargo.
Fu negli anni che immediatamente precedettero la seconda guerra mondiale che il boxer cominciò a diffondersi straordinariamente nel nostro paese; nacquero allora numerosi allevamenti amatoriali. La guerra sospese le esposizioni, ma l'allevamento continuò e l'amore per la razza accrebbe continuamente.
Nell’immediato dopoguerra per volontà di Mario Confalonieri, Giulio Bettoja, Louis Cerutti, Edoardo Barbiellini Amidei, Virgilio Favara con la moglie Thea, Piero Scanziani fu fondato il 3 novembre 1946 a Roma, con sede in via Vittoria n.10, il Boxer Club d’Italia. In pochi giorni questo nucleo fu circondato da altri cinquanta persone da tutta Italia e superarono quota cento nel giro di poche settimane. La rapida aggiunta di numerosi soci provenienti da tutte le parti d’Italia rese necessario il trasferimento di sede a Milano presso l’Enci, a quell’epoca in viale Biancamaria.
La razza si affermò sovente, in varie esposizioni, come la più numerosa e tra le meglio selezionate. Le iscrizioni al libro genealogico passarono dai 893 soggetti del 1947 ai 2210 del 1950.
Già fin dai primi anni di vita, nella famosa rivista ufficiale dell’Enci la “Rassegna Cinofila” il BCI non ha mancato di far sentire la sua presenza attiva, fino ad ottenere (unica razza nella storia dell’Enci) nell’ottobre del 1950, la pubblicazione di un numero speciale interamente e solo dedicato alla razza.
Il Club si dimostrò subito molto attento agli avvenimenti del panorama internazionale; alla nascita dell’Atibox nel 1950 la delegazione Italiana fu presente insieme a quelle dei più quotati Club d’Europa.
Queste le tappe più significative della nostra storia:
Questi i Presidenti che hanno guidato il BCI:
1947 - Principe Don Fabrizio Colonna
1948 - Confalonieri Mario
1949 - Taccioli Giacomo
1950 - Granata Gino
1952 - Mariani Enrico
1958 - Pavesi Remo
1961 - Lesma Eugenio
1979 - Bonetti Franco
1990 - Morandi Francesco
1993 - Bonetti Franco
1999 - Zorzan Ruggero
2016 - Crosa Roberto
Nel corso degli anni l’attenzione della Società per la tutela e la salvaguardia della razza ha viaggiato di pari passo con l’incremento numerico dei soggetti allevati: