Ente Nazionale della Cinofilia ItalianaEnte Nazionale della Cinofilia Italiana

SAMANNARA

Indirizzo
C/O MADDALENA GIORGIO - VIA SCIFITELLO 7/TER
94100 ENNA (EN)
Regione: SIC
Contatti
Tel. 339/4368612
Presidente
LIOTTA LUIGI
Vice Presidente
TUMMINIA GASPARE SALVATORE
Consigliere di nomina ENCI
PALAZZOLO GIUSEPPE

Storia

La presenza in Sicilia del cane di Mannara, chiamato anche Mastino Siciliano, è molto antica, sembra fosse già presente in Sicilia sin dall’età del bronzo, come dimostra il ritrovamento di reperti ossei in siti archeologici, introdotto dai Fenici nel I° millennio a.C nel corso dei loro frequenti commerci lungo le rotte del Mediterraneo e probabile diretto discendente del Molosso d’Epiro.

Tracce della sua presenza si trovano nelle monete dei Mamertini, che dominarono l’isola per circa un ventennio, arrivati in Sicilia tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., arruolati da Agatocle, tiranno di Siracusa. Le monete raffigurano un cane di tipo mastino posto a guardia del tempio di Adrano, in provincia di Catania. Nel tempo la razza ha subito l’influsso dei cani nordafricani dei pastori berberi nomadi, importati in Sicilia forse già durante le guerre cartaginesi tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. e poi nell’878 d.C., durante la dominazione araba che ha influenzato per più di due secoli l’agricoltura siciliana.

Il cane di Mannara è stato adibito fin da tempi antichi alla guardia della “mannara” (dall’arabo “manzrah” cioè area chiusa), termine che sta ad indicare il tipico recinto destinato al ricovero notturno di ovini e caprini, testimoniando la necessità di difendere il gregge dai predatori, principalmente dai lupi (estinti in Sicilia dal 1935).
La razza si è conservata nell’isola integrata nel sistema agricolo locale, con una selezione soltanto funzionale da parte degli allevatori di bestiame, ma soltanto nel gennaio 2010, con la costituzione dell’Associazione SAMANNARA è iniziato il suo vero percorso di recupero.

Nel 2013, SAMANNARA, dopo un primo censimento regionale, propose all’ENCI il primo Standard provvisorio che descrive la razza e, nell’ottobre 2014, l’ENCI ha attivato l’apposito libro genealogico, il Registro Supplementare Aperto (RSA) al quale vengono iscritti i cani che, dopo una valutazione zootecnica da parte di una commissione di esperti giudici nominati dall’ENCI, rispondono alle caratteristiche descritte dallo Standard provvisorio (capostipiti) e i figli di soggetti già iscritti.

 

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