Le prime testimonianze storiche relative al levriero scozzese datano al I secolo: una terracotta romana rinvenuta presso Argyll, oggi esposta al Museum of Scotland di Edimburgo, raffigurante una caccia al cervo con cani del tipo levriero di grande taglia e pelo ispido. Si ritiene comunque certo che le popolazioni scozzesi (Pitti e Scoti) praticassero la caccia al cervo ed al daino servendosi di grossi cani, come ben evidenziato dalla Pietra di Hilton of Cadboll datata però al VII secolo. Cane deputato alla caccia per antonomasia, nel corso del medioevo il levriero scozzese era proprietà precipua ed esclusiva della nobiltà. All'aprirsi dell'Evo Moderno, con la codifica dell'Ancien Regime, il possesso di questi cani venne autorizzato solo per le persone di rango sociale da Earl in su. La diffusione della razza subì una drastica contrazione in madrepatria nella seconda metà del XVIII secolo, quando, dopo la Battaglia di Culloden (1745), il sistema dei clan e della vecchia nobiltà scozzese collassò. L'intervento di Duncan McNeill, I barone di Colonsay, nel 1825, promosse il revival del levriero scozzese, garantendo la piena sopravvivenza della razza. Parallelamente, il Deerhound veniva introdotto in Australia, per la caccia al canguro ed al cinghiale, ed in America Settentrionale, ove venne efficacemente impiegato per la caccia al lupo
Codice FCI | 164 |
Gruppo | 10 - LEVRIERI |
Sezione | 2 - LEVRIERI A PELO DURO |
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