Le sue più lontane origini sono da ricercare probabilmente con quelle del "cugino" di Castiglia, il mastino spagnolo, ma la storia, la geografia delle valli, le diverse esigenze (la transumanza aragonese prevedeva tragitti molto più brevi di quelli di Castiglia), hanno delineato una razza molto più imparentata con i cani del versante francese (il famoso patou, cane da montagna dei Pirenei). Il fiume Ebro ha rappresentato una barriera tra le due razze spagnole. A partire dalla "pace dei Pirenei", firmata nel 1659 tra il reggente di Francia, Cardinale Mazzarino, e Filippo IV re di Spagna, che tracciava una linea di confine tra i due versanti della cordigliera, i cani subirono opere di selezione diverse, che alleggerirono il "francese", mentre conservarono nello "spagnolo" le caratteristiche primitive di pesantezza e rusticità. La scomparsa degli ultimi lupi dalle valli pirenaiche verso la fine degli anni '40 fece venire meno l'utilità di questi grossi cani, difficili e costosi da mantenere, specialmente in un periodo storico non certo ricco e felice, e li condannò ad una pressoché totale estinzione. Il recupero della razza si deve a diversi personaggi, tra i quali spicca il nome di Rafael Malo Alcrudo, tra i fondatori nel 1977 del club di razza, Club del Mastìn del Pirineo de España.
Codice FCI | 092 |
Gruppo | 2 - CANI DI TIPO PINSCHER E SCHNAUZER- MOLOSSOIDI E CANI BOVARI SVIZZERI |
Sezione | 2 - MOLOSSOIDI |
Tipo | TIPO CANI DA MONTAGNA |
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