Il piccolo levriero italiano discende dai levrieri di minor taglia presenti, già nell'antico Egitto presso le Corti Faraoniche. Attraverso la Laconia (Grecia), dove le raffigurazioni in molti vasi e crateri ne danno ampia testimonianza, è giunta in Italia sin da V secolo avanti Cristo, il suo maggior sviluppo risale al Rinascimento, nelle corti dei nobili e non è raro trovarlo rappresentato nei dipinti dei più grandi Maestri italiani e stranieri.
La nascita del Piccolo Levriero Italiano si perde nella notte dei tempi. Le sue prime tracce preistoriche rinvenute in Italia, precisamente nelle vicinanze del lago di Varese e intorno a Pavia, mostrano quanto il cane fossile classificato come “ canis familiaris intermedius levriere “, seppure leggermente più grande, corrispondesse al nostro attuale compagno. Ciò ci permette di asserire che già dall’Età del Bronzo erano presenti sul nostro territorio levrieri di piccola taglia. A testimoniare questa tesi ci sono i numerosi resti rinvenuti in epoca storica nel bacino del Mediterraneo e la conferma arriva soprattutto dal ritrovamento, in Egitto, di uno scheletro che risale all’incirca al 3000 a. C. esso, nelle forme e nelle dimensioni, appare pressoché uguale a quello di un Piccolo Levriero attuale. Proprio nella Grecia di quel periodo, il levriero di Laconia, così come viene descritto da Senofonte nel suo “ Cinegetico “, veniva ampiamente impiegato nelle cacce alla lepre. Nell’antica Grecia i veltri di Laconia erano ben considerati anche per un’utile quanto bizzarra funzione: si credeva infatti che potessero accertare quanto un decesso fosse reale o solo apparente. Anche presso gli Etruschi, popolo di grande ed avanzata civiltà, i piccoli veltri erano maestri nella caccia e li troviamo rappresentati ai piedi di alcuni monumenti funebri. Anche se la caccia presso i Romani fu introdotta piuttosto tardi, uno dei primi appassionati fu infatti, all’incirca nel II°secolo a.C., Publio Scipione Emiliano, tuttavia proprio di Piccoli Levrieri parlano Ovidio, Orazio, Plinio, Claudiano e Virgilio. Fu inoltre il grande esteta Petronius che nel suo Satirycon mise attorno alla mensa nel banchetto di Trimalcione, allegre figure di piccoli levrieri. Nei secoli fu amato da numerosi Grandi della Storia come: Federico II di Svevia, i Visconti, gli Estensi ed i Medici, Luigi XI°, Carlo VIII° e Carlo IX°, Luigi XIII° ed il Re Sole fino a Federico il Grande di Prussia. Fu cantato dal celebre poeta francese Alphonse de Lamartine, e descritto in “Madame Bovary” da Flaubert. Ne abbiamo memorabili ritratti dei più grandi pittori della Storia antica in Europa, ma citiamo per tutti solo gli italiani Giotto, il Sassetta e i Tiepolo, fino ai più moderni Batoni e Boldini, senza dimenticare una memorabile statua attribuita a Benvenuto Cellini. Oggi è un compagno di vita estremamente devoto ed adattabile, dal fare tenero ed allo stesso tempo esuberante, bisognoso di contatto fisico e di modi gentili. Sportivo e sano, non rinnega però la sua tendenza ad amare agi e luoghi confortevoli e generalmente attrae un pubblico dal raffinato gusto estetico. Vanto della nostra cinofilia assieme alle più antiche e nobili Razze Italiane.
Dolicomorfo, il suo tronco sta nel quadrato e le sue forme sebbene in taglia ridotta caratterizzano pienamente le forme di un levriero in miniatura. Prototipo di raffinatezza ed eleganza Può essere considerato un modello di grazia e distinzione. Proporzioni importanti La sua lunghezza è uguale all’altezza al garrese. La lunghezza del muso è uguale alla metà della lunghezza della testa. La lunghezza della testa può raggiungere il 40% dell'altezza al garrese. Comportamento e carattere Vivace , affettuoso, docile.
L’aspetto generale del Piccolo Levriero Italiano deve dare l’impressione di grazia, distinzione e garbo unite ad un buon tono muscolare ed un fisico asciutto. Il garbo è dato da movimenti aggraziati, rapidi e leggeri e l’eleganza delle forme è frutto di un’ossatura secca ed asciutta nonché di una muscolatura allungata in cui i fasci di muscoli risultino evidenti e disegnati distintamente. Grande importanza riveste il tratto raffinato dell’intera silhouette in cui l’accuratezza dei contorni esalta la sagoma sinuosa e la levrettatura dell’addome. Dunque arti lunghi e asciutti, torace stretto e ben disceso, coda lunga e sottile e piede scarno, addome retratto e pelle sottile ben aderente con pelo setoso privo di sottopelo, contribuiscono grandemente alla qualità del soggetto ed alla sua tipicità. Assi cranio facciali paralleli, occhi grandi, scuri e tondeggianti, orecchie a tetto attaccate alte ed un cesello minuziosamente rifinito, conferiscono alla testa una caratteristica nota di elevatezza. L’apparenza generale è quella di un atleta gentile, nevrile e raffinato, in cui ogni dettaglio sottolinei grande definizione delle linee, conferendo all’insieme un’impronta di nobiltà e prestanza da sportivo. Vigore dunque mai disgiunto da inconfondibile classe innata.
Codice FCI | 200 |
Gruppo | 10 - LEVRIERI |
Sezione | 3 - LEVRIERI A PELO CORTO |
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