Il 15 novembre del 2016, con la sigla di un Protocollo con il Ministero della Giustizia, Dipartimenti per l’Amministrazione Penitenziaria di Toscana, Umbria, Puglia, Basilicata, che si è poi ulteriormente impreziosito, nel 2018, con l’adesione della Campania, ENCI ha avviato un percorso istituzionale finalizzato a consolidare la presenza dei cani all’interno delle strutture detentive.
Il Protocollo per “la formazione ed impiego di unità cinofile specializzate in ambito penitenziario”, prevede lo sviluppo di progetti di supporto alla genitorialità, ed iniziative destinate sia ai detenuti sia al personale di polizia penitenziaria.
Che la presenza dei cani possa permettere, a chi vive in carcere, di riannodare i fili di una affettività forzatamente interrotta, è ormai un dato di fatto.
E' riconosciuto, infatti, l’effetto positivo sulla qualità della vita dei detenuti, degli incontri con gli animali, che possono contribuire ad attenuare la costrizione della sfera affettiva indotta dalla privazione della libertà ed a mitigare ansia e stress.
Grazie alla firma del Protocollo varie sono le attività che possono essere svolte all’interno delle carceri, da progetti di supporto alla genitorialità, ad attività con i detenuti fino ad attività informative per gli agenti di polizia penitenziaria.
Il Protocollo prevede, infatti, quali obiettivi:
Fondamentale, nell’esecuzione delle finalità del Protocollo, è stata la sinergia sviluppata con i Provveditorati Regionali dell’Amministrazione Penitenziaria, che hanno compiti di pianificazione ed attuazione di programmi insistenti, tra l’altro, su formazione professionale dei detenuti, avviamento al lavoro ed attività culturali ,e che sono impegnati nella strutturazione di programmi di formazione ed aggiornamento professionale per gli operatori penitenziari di tutte le professionalità; e coordinano, a livello regionale, la promozione di interventi sul benessere organizzativo del personale.
In questo quadro di collaborazione sono scaturite, negli ultimi due anni, importanti iniziative, che seguono le linee guida sugli interventi Assistiti con gli Animali e che prevedono il coordinamento diretto sia con i PRAP che con le Direzioni degli Istituti riceventi, al fine di poter offrire tutto il supporto necessario affinché reale e tangibile possa essere il contributo dei cani e degli operatori.
L'incontro delle unità cinofile con i figli minori dei detenuti, durante il colloquio mensile, coordinato dal PRAP Toscana con il Progetto “Ti Presento Oscar”, continua a testimoniare enormi benefici. Sperimentato già come progetto pilota negli Istituti di Solliciano, Massa, Massa Marittima, Arezzo, San Gimignano, Pistoia, verrà esteso ad altri Istituti anche al di fuori della Regione Toscana.
L’ingresso in carcere per i familiari, soprattutto per i minori, può essere un evento di grande impatto emotivo, può generare ansie e paure nel bambino e causare ricadute negative sul rapporto con il genitore detenuto. La presenza rassicurante di un cane si dimostra molto spesso un aiuto prezioso per i bambini, per superare il trauma dell’accesso all’interno del carcere, le attese, i controlli e perquisizioni, ed anche per affrontare meglio il colloquio con il genitore e, successivamente, il distacco.
La specializzazione delle unità cinofile prevista dal Protocollo testimonia l’impegno di ENCI nella valorizzazione delle proprie professionalità, per attività di grande rilevanza sociale, ed appare fondamentale per consolidare la presenza dei cani all’interno delle strutture detentive, affinché gli operatori siano assistiti nella conoscenza delle dinamiche degli Istituti di pena e delle complessità delle strutture.
Questi percorsi,attraverso i quali ENCI mette a disposizione il lavoro dei propri allevatori e le conoscenze ed esperienza dei propri professionisti, è un punto di partenza importante per la valorizzazione del cane in contesti sociali complessi.
La consigliera Angela Francini consegna l’attestato di partecipazione ai detenuti della casa di reclusione di Gorgona che hanno partecipato alle attività ENCI.